1982, P.Conte, Ed. Sugarmusic/L'alternativa

 

 

 

 

 

- I ragazzi scimmia -

Anche tra le canzoni più eccelse di Conte, poche racchiudono una simile quantità di pennellate di vita come 'Sotto le stelle del jazz'.

I fans dell'avvocato di Asti difficilmente possono trattenere un sorriso di fronte al "tempo fatto di attimi - e settimane enigmistiche", all'argenteria che spariva o alla fulminante sentenza: "Pochi capivano il jazz. Troppe cravatte sbagliate".

Una delle frasi più curiose è tuttavia quella che fa definire gli appassionati come "Ragazzi scimmia del jazz". Non si tratta di un ritorno del 'Macaco', aggettivo con il quale in una precedente canzone di Conte, una donna gratificava un cascamorto. L'espressione "monkey man", che ha tra l'altro dato il titolo a canzoni incise da Leadbelly, Big Bill Broonzy, Rolling Stones, Specials, David Byrne e persino Clint Eastwood, è tipica della cultura jazz e blues. In origine indicava afroamericani di pelle particolarmente scura, non di rado guardati con una certa sfumatura di razzismo all'interno delle stesse comunità nere. Già all'inizio del secolo, in un brano del leggendario bluesman Robert Johnson, "Steady rollin' man", col termine "monkey man" si indica un insidioso rivale in amore del cantante. Quando i bianchi si accostano alla musica dei neri, si fanno l'idea che i "ragazzi scimmia" siano i ballerini jazz dalle movenze più agili e, per l'appunto, scimmiesche.

Questo riferimento è un altro aspetto della vasta cultura jazz di Paolo Conte. "La mia scoperta del jazz è stata progressiva. Prima c'è stato l'apporto dei miei genitori, giovani e patiti di sonorità nuove, poi una scelta personale, istintiva. Compravo dischi senza quasi sapere di che si trattasse. Ascoltandoli, mi veniva voglia di sapere di più, conoscerne altri e così colmare le mie lacune. Ancor oggi vado alla ricerca di dischi che non conosco. Nel 1960 sono andato in Norvegia per partecipare a un concorso sul jazz. Mi sono piazzato al terzo posto. Ancor oggi potrei benissimo scrivere come critico specializzato di jazz e storia del jazz. Specie quella degli anni Venti. La mia passione per gli anni Venti deriva dalla convinzione che quelli sono stati gli anni di una rivoluzione culturale totale, cioè estesa a tutte le discipline artistiche. Per buona parte, l'espressione musicale di quegli anni fu il jazz. Purtroppo la letteratura jazz se ne dimentica, per volgersi quasi esclusivamente intorno al be bop. Peccato".