Nascita della canzone

Il brano nacque su un'idea di Luciano Beretta, autore di tanti altri successi di Celentano. Partendo da una frase musicale cui molti hanno individuato una parentela melodica nella canzone napoletana 'Fenesta ca lucive', realizzò un pezzo che pareva inserirsi nel filone "retrò" con cui Celentano aveva sfondato anche presso gli adulti ('Grazie, prego, scusi' o 'Il tangaccio'). Interessante la testimonianza resa nel 1970 da Gianni Ravera, storico organizzatore di più di una edizione di Sanremo, al settimanale Oggi.

"Telefonai a Milano a Carisch per chiedergli di Caterina Caselli, ma mi disse che da quella ragazza non c'era da ricavare nulla. Allora le promisi che mi sarei interessato ancora a lei, e qualche mese dopo riuscii a farla scritturare per l'inaugurazione del Piper. Lì ebbe molto successo: il pubblico beat la pensava come me. (…) Avevo quasi dimenticato la sua esistenza quando una sera andai a sentire dei provini in casa di Adriano Celentano. Era la vigilia del Festival. Dopo due ore di ascolto di motivi più o meno buoni, mentre stavo per andarmene, Celentano mi trattenne. 'Abbia pazienza: adesso vengono le canzoni più belle. Le tengo in cassaforte per paura di smarrire lo spartito. Non sono ancora incise su nastro: dovrò fargliele ascoltare suonando la chitarra'. Aprì la cassaforte, tirò fuori le canzoni e cominciò a canticchiare. Si trattava di 'Il ragazzo della via Gluck' e 'Nessuno mi può giudicare'. Tutti e due stupendi: un po' più difficile la prima: poteva essere interpretata solamente da Adriano Celentano. La seconda sembrava fatta su misura per la voce della ragazza di Sassuolo".

La cantante ricorda: "Quando mi presentarono lo spartito la prima volta, mi parve troppo lenta. Dissi: 'Ma questo è un tango, un lento. Mi si adatta? A me non pare'. Intervenne Ivo Callegari, il mio pianista, e mi promise che avrebbe cambiato il tempo, trasformandola in un motivo beat. Solo dopo la sua formale promessa mi lasciai convincere a cantarla. Col nuovo arrangiamento, cambiò completamente e cominciammo a crederci. Per vedere cosa succedeva, provai la canzone in un famoso locale di Bologna, lo Junior Club. Un successone, i ragazzi impazzirono. La guardarobiera mi disse: 'Caterina, vai a Sanremo, avrai successo'. Ma devo dire che compresi la forza persuasiva, la presa sul pubblico che ha questa canzone solamente la sera della finalissima sanremese…"