Caterina Caselli con il suo gruppo, Gli Amici

 

L'estate del Beat

"Adesso anche in Emilia
le nuove generazioni sono arrabbiate.
Per esempio Sassuolo, il mio paese,
è come Liverpool, la patria dei Beatles,
anche se ha solo trentamila abitanti.
Impazzisce per i complessi.
Ne sono nati a decine".
(Caterina Caselli)

 

L'estate 1966 è l'estate dello stile 'beat'. I giovani italiani, mai come in passato decisi a distinguersi dalle generazioni precedenti, e desiderosi di assomigliare ai loro coetanei della "Swinging London", diventano oggetto di mille attenzioni: gli adulti si chiedono cosa trovino nei Beatles, nei Rolling Stones. Fioriscono le definizioni (per un breve periodo si afferma anche quella francese 'yè-yè', poi 'beat' prende il sopravvento), ma anche il commercio: alcuni settori, dalla moda al cinema, dall'editoria alla discografia, cominciano a rivolgersi apertamente a loro. I miti del giorno prima pensano che si tratti di una moda passeggera, come il twist. Anzi, qualcuno di loro prova ad inserirsi con dei nuovi balli dai nomi spiritosi e ammiccanti: Rita Pavone con il 'Plip', Adriano Celentano con 'Il Grab'. A giugno Milano, che dieci anni prima aveva fatto la stessa cosa per gli appassionati di rock'n'roll, ospita al Palalido il Primo Raduno Internazionale della Musica Beat. Ospiti: Equipe 84, Camaleonti, Dik Dik, Rokes, gli Hollies di Graham Nash, e naturalmente Caterina Caselli. Nell'occasione il presentatore, Gianni Boncompagni, disse: "Un anno fa, quando dicevo che l'estate 1966 sarebbe stata l'estate beat, tutti mi ridevano dietro. C'è ancora qualcuno che insiste sul fatto della moda passeggera... Dopo l'estate tireremo le somme". Proprio quell'estate, al Cantagiro, i Nomadi hanno un grande successo con un brano che sembra rilanciare il grido lanciato dalla Caselli a Sanremo: 'Come potete giudicar'. Invitata a spiegare cosa agita i suoi coetanei, la cantante commenta: "I giovani d'oggi assumono atteggiamenti sconcertanti, si vestono e si pettinano in maniera stravagante, eccentrica. Ma in fondo la loro mentalità è la stessa dei giovani di ieri". Durante l'estate tuttavia la cantante emblema del beat italiano deluse alcuni fans a causa del brano 'Perdono'. "Con 'Nessuno mi può giudicare' avevo evidentemente creato delle aspettative. L'aria di '68 non era ancora cominciata, ma la mia canzone, per il titolo soprattutto, era stata percepita come momento di contestazione. Questo anche perché era stata cantata al Festival, ed era giunta dietro a un brano di Modugno che decisamente non era avanti quanto 'Volare'. Con 'Perdono' qualcuno si sentì un po' tradito perché avevo cambiato atteggiamento: ero passata da contestatrice a conciliatrice".