1969, C.Cavallaro - G.Bigazzi, Ed. Tiber
 
"'Nasino in su' mi piace molto, e credo proprio che riuscirò a ripetere il successo del Disco per l'Estate. Magari non un milione di copie: mi accontenterei di qualche copia in meno…".
(Mario Tessuto, 1969)
 



La grande accoglienza di "Lisa" sembra preludere a una carriera da divo, ma per Tessuto arriva un'inopinata battuta d'arresto già con il 45 giri successivo, "Nasino in su", sempre firmato da Giancarlo Bigazzi e Claudio Cavallaro.
La canzone riesce a ottenere un discreto successo, ma è comunque un netto passo indietro rispetto alle vendite milionarie del brano precedente, e contribuisce a trasformare il cantante da "rivelazione del 1969" a "meteora".

In seguito, Bigazzi ammetterà di aver commesso un errore di valutazione nell'insistere sul brano come successore dell'exploit estivo: non riuscendo a ripetersi immediatamente, Tessuto comincia ad essere perseguitato dal confronto con il suo brano più noto, che col tempo diventerà sempre più schiacciante. Comunque il cantante non sparisce: nel 1970 lo si ritrova al Festival di Sanremo, dove canta "Tipitipitì" in coppia con Orietta Berti; in seguito partecipa a diverse altre edizioni del "Disco per l'Estate", ma senza più riuscire a replicare l'impatto della canzone più celebre.
In questi anni Tessuto ha continuato a cantare, incidere dischi (anche con la moglie Donatella) e scrivere canzoni (ha firmato, tra l'altro, dei pezzi per Loredana Bertè, Adriano Celentano e Zucchero). Ma ha coltivato anche un'altra sua passione, la gastronomia: "Lucio Battisti diceva che i miei bucatini all'amatriciana erano migliori persino di quelli di Roma… Se io cantassi come faccio da mangiare, sarei Frank Sinatra". Quando si è trattato di aprire un ristorante - con sala da ballo - a Besate, in Brianza, la scelta del nome è stata quasi obbligata: "Lisa dagli occhi blu".