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la
copertina del 45 giri
nella versione francese
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La fine degli anni '60 fu evidentemente caratterizzata dal maltempo,
visto il susseguirsi di 'E' la pioggia che va' dei Rokes (sorpresi dal
temporale anche in 'Che colpa abbiamo noi'), 'Rain and tears (Pioggia
e lacrime)' degli Aphrodite's Child di Demis Roussos, 'Raindrops keep
fallin' on my head' dal film 'Butch Cassidy', e 'Scende la pioggia' di
Gianni Morandi. A un mese dalla vittoria di quest'ultima a Canzonissima,
il tempo avverso tornò come protagonista del brano presentato da Gigliola
Cinquetti a Sanremo 1969.
La cantante di Cerro Veronese era reduce da un'inaspettata eliminazione a Canzonissima, dove la giuria aveva osteggiato la sua 'Quelli eran giorni', ma la sua popolarità restava enorme in Italia (dove animava un programma radiofonico con Paolo Villaggio, dal titolo 'La bella e la bestia') e all'estero: nelle settimane antecedenti il Festival aveva fatto tappa in Canada e in Francia, e dopo Sanremo si sarebbe recata in Belgio, Germania, Argentina e Brasile.
Nel presentare 'La pioggia', spiegò al settimanale "Bolero": "E' una canzone che si distacca un po' dal cliché che mi ha caratterizzato in questi ultimi anni. Non ha grandi pretese; credo però che sia adatta al Festival di Sanremo. E' così immediata che la si ricorda dopo averla ascoltata una volta. Il tempo è una marcetta. Tutto però è di livello superiore a 'Giuseppe in Pennsylvania', il pezzo con cui ho partecipato all'ultimo 'Disco per l'Estate'".
Il primo Festival dopo il fatidico '68 non fu occasione di particolari
sconvolgimenti nella canzone italiana. Passarono quasi inosservate le
apparizioni di Lucio Battisti (con 'Un'avventura') e Stevie Wonder, partner
di Gabriella Ferri; il tentato suicidio di Anna Identici venne quanto
più possibile minimizzato - come nel '67 con Luigi Tenco, lo spettacolo
doveva andare avanti. Pettinata da Cele
Vergottini, Gigliola salì sul palco con un abito corto con strisce
argentate, confezionato da Pia Rame (sorella di Franca, la quale fu protagonista
con Dario Fo di un non molto efficace Controfestival). Un look insolitamente
kitsch, che fece passare in secondo piano le pose yè-yè dell'altra interprete
del brano, la bionda France Gall. Nonostante il nome, quintessenza della
francesità, la 21enne cantante era lussemburghese; aveva vinto l'Eurofestival
con un brano di Serge Gainsbourg nel 1965, anno successivo alla vittoria
europea di 'Non ho l'età'. "La canzone mi è stata consigliata da esperti
discografici", spiegò la "lolita" transalpina. "A me, comunque, è piaciuta
subito. La Cinquetti? La conosco di fama, ma non di persona. Se avessi
potuto scegliere il cantante italiano con cui cantare, avrei scelto Morandi,
è stato mio ospite in un mio show a Parigi, qualche anno fa". A vincere
furono Bobby Solo ed Iva Zanicchi, interpreti di 'Zingara'. 'La pioggia',
entrata in finale, andò al n.5 in hit-parade immediatamente dopo il Festival,
il 22 febb 1969 (al n.1 si insediò Bobby Solo). Uscì dalla top ten il
3 maggio, quando tutte le canzoni di Sanremo - eccetto 'Ma che freddo
fa' della 'rivelazione' Nada - avevano già abbandonato le prime posizioni.
La versione francese del brano, 'L'orage', ebbe un notevole successo
in Francia, sia nell'interpretazione della Gall che in quella della Cinquetti.
Qualche mese dopo, la Cinquetti commentò: "Mi sono presentata al Festival
con una canzone allegra. Non puntavo alla vittoria, ma solo al successo
commerciale. L'ho avuto. Sinora sono stati venduti 170mila dischi de La
pioggia. A due settimane dal Festival non c'è male. (…) Cambiare repertorio?
Non è mica così facile come sembra. Io ho spesso cantato canzoni molto
belle che non hanno avuto un grosso successo discografico: la Bohème e
'Quelli erano giorni', per esempio. Ma dietro di me c'è una casa discografica
che spende dei soldi e che quindi li deve anche guadagnare".
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