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I
Casuals


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Nel
1969, anno in cui Beatles sono a un passo dallo scioglimento, la musica
pop anglosassone ha ormai preso molti dei connotati che rimarranno invariati
nei decenni successivi.
Già in tale periodo, ad esempio, artisti come Bob Dylan e i Doors,
Simon & Garfunkel e i Pink Floyd hanno portato nella musica pop la
pratica di scrivere canzoni per se stessi indossandole come una seconda
pelle. In Italia, viceversa, i gruppi continuano a farsi scrivere i pezzi
da altri, e i cantautori hanno da poco cominciato a muovere i primi incerti
passi. Così, continua ad esserci un vuoto tra chi compone il pezzo
e chi lo deve interpretare. A riempire il vuoto sono le case discografiche,
e i loro direttori artistici, sorta di "agenzia matrimoniale"
che spesso azzecca il "matrimonio", ma ogni tanto sbaglia il
connubio. E in tal caso la canzone è in balia della sorte - si
pensi a 'Nessuno mi può giudicare', che dopo il no di Celentano
stava per essere assegnata a un giovanissimo Teo Teocoli - o dell'intuito
di altri cantanti: per fare un esempio, 'Nessuno', quasi ignorata nella
versione sanremese di Wilma De Angelis, e poi trampolino di lancio per
Mina.
Questo è più o meno quanto succede per 'Alla fine della
strada', una delle composizioni più amate da Mario Panzeri tra
le tantissime firmate dal grande autore milanese. La casa discografica
decide infatti di utilizzarla per lanciare due nomi sui quali, a dire
il vero, non punta nemmeno con particolare convinzione: Junior Magli e
i Casuals. Il primo è un ragazzo di 22 anni, bolognese, che si
chiama in realtà Luigi Pazzaglini e si è fatto notare nel
1968 alla Gondola d'Oro di Venezia. I secondi sono un quartetto inglese
fondato da Howard Newcombe (chitarrista) e John Tebb (tastierista). Nel
1966 i Casuals, a imitazione dei Rokes, dei Primitives e di altri complessi
britannici che hanno fatto fortuna in Italia, tentano l'avventura nella
penisola. "Siamo stati due anni in Italia senza che nessuno si sia
interessato particolarmente a noi, stentando persino a trovare lavoro
nei night", ammettono prima del Festival. Sconsolati, tornano in
patria nel 1969 e finalmente, con il brano 'Jezamine', riescono ad entrare
in classifica. E decidono di riprovarci con l'Italia. "Qui da voi
i complessi faticano perché gli italiani preferiscono la musica
melodica. Ma ora che abbiamo avuto successo in Inghilterra, vogliamo che
anche in Italia accada la stessa cosa", dichiarano.
Ma né loro né il buon Magli riescono a rendere giustizia
al pezzo, che oltre a passare quasi inosservato in un Festival vinto da
Iva Zanicchi e Bobby Solo ('Zingara') non riesce ad arrivare nelle zone
nobili della classifica di vendita. A ridare il sorriso a Panzeri (che
aveva scritto il brano con gli ormai abituali partner Pace e Pilat) è,
imprevedibilmente, Tom Jones. Il futuro interprete di 'Sexbomb', intuendo
che il pezzo gli consente di "tenere su" le note con la sua
impressionante potenza vocale, lo fa suo dopo poche settimane affidandosi
al traduttore Barry Mason e la porta nelle hit parade inglesi e americane
con il titolo 'Love me tonight' - ottenendo un disco d'oro.
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