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1992, G.Trovato-M.Malavasi-D.Milani, Ed. Sugar/Double Marport


Gerardina Trovato

1993, festival di Sanremo.
Una ragazza di 25 anni sale sul palco, si siede a gambe incrociate e aiutandosi con una chitarra canta la sua storia: "Venne il giorno che le dissi: tu Catania non mi basti, dei miei sogni che ne hai fatto, me li hai chiusi in un cassetto".

La ragazza si chiama Gerardina Trovato, scrive canzoni da quando aveva 12 anni. A 18 anni, dopo aver ottenuto un diploma in ragioneria, ha lasciato la città siciliana per trasferirsi a Roma e tentare la fortuna nel mondo della musica. "Quando sono partita avevo una sola certezza: volevo arrivare ad avere successo e non ero disposta a troppi compromessi. Devo dire che non ne ho dovuti fare". Dopo aver fatto da corista per Bobby Solo, e qualche anno di pianobar, finalmente la grande occasione. "Piero Vivarelli portò un mio nastro a Caterina Caselli: in un ristorante, le diede una cassetta casalinga e mal registrata. Lei la prese come prende le centinaia di provini che le arrivano, e a notte fonda la ascoltò. Pochi giorni dopo ero a Milano nell'ufficio della Sugar".

Di "Non ho più la mia città", prodotta da Mauro Malavasi, Gerardina dice: "L'ho scritta di slancio dopo l'uccisione di Paolo Borsellino. Tra le tante cose che lui ha detto, c'è anche lo stato d'animo che ho cercato di esprimere nella canzone".

Il brano giunge secondo nella graduatoria delle "Nuove proposte", e il successivo album di Gerardina è uno dei più venduti del 1993.

 
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