1978, T.Cutugno - C.Minellono - M.Del Prete, Ed. Sugarmusic/Numer Two

 



Toto Cutugno

 

 

 


Toto Cutugno è probabilmente il nemico numero uno dei critici musicali italiani.

Sia Gianni Borgna che Felice Liperi, nello scrivere una "Storia della canzone italiana" (l'uno per Mondadori, l'altro per le edizioni Rai) si ritrovano d'accordo nell'escluderlo a piè pari, pur segnalando autori e interpreti molto meno conosciuti (e in alcuni casi, francamente meno rilevanti). Pur avendo firmato alcuni dei maggiori successi italiani (e in alcuni casi, mondiali) degli ultimi vent'anni, molti giornalisti guardano a Cutugno con ironia mista a disprezzo, e non c'è Festival di Sanremo nel quale non si ironizzi sulla sua presenza (e da qualche tempo, persino sulla sua assenza). L'accusa principale è quella dell'eccesso di luoghi comuni, anche in senso melodico - lui stesso ama ripetere che molte delle sue canzoni sono basate sugli "accordi del barbiere", ovvero fanno ricorso a giri armonici tradizionalissimi e per nulla ricercati. "Le canzoni semplici sono le più difficili da fare, perché per tentare di farne una che arrivi diretta al cuore si rischia sempre la banalità", si difende il cantautore toscano.

Con questa ricetta, nel 1978 Cutugno riporta Celentano al grande successo. In fase leggermente calante dopo 'Svalutation', molto concentrato sulla sua carriera cinematografica, da qualche tempo il 'Molleggiato' non riesce a trovare una canzone in grado di reggere il confronto con i suoi grandi classici. Ha l'intuizione di affidarsi alla coppia di autori che tanti anni prima avevano già lavorato occasionalmente per lui ('Ahi! Che male mi fai', interpretata dai Ragazzi della Via Gluck a Sanremo 1970): Cristiano Minellono, che successivamente aveva scritto alcune canzoni per Umberto Balsamo ('Come stai con chi sei', seconda al Festival del 1976) e Cutugno. Questi all'epoca si era fatto notare per il successo francese di 'Africa', la militanza negli Albatros e il buon riscontro ottenuto da 'Donna donna mia', che Mike Bongiorno gli aveva commissionato come sigla di "Scommettiamo".

Cutugno e Minellono immediatamente confezionano 'Soli', brano mirabilmente 'celentanesco' per costruzione e spirito - con quel pizzico di erotismo naif che Adriano riesce ad esprimere quando non si fa prendere la mano dalla sua personalissima missione di evangelizzazione. A Cutugno scrivere per lui riesce piuttosto facile - ma tale affinità spesso gli provocherà l'etichetta di imitatore. "Io ho scritto canzoni per molti cantanti, e quando l'ho fatto ho sempre saputo che le mie canzoni andavano nelle mani giuste, che le avrebbero interpretate grandi cantanti… Ma con Adriano c'è qualcosa di più. Adriano è il più grande artista che l'Italia abbia mai avuto. E ci sono delle somiglianze tra noi che mi rendono orgoglioso, ad esempio il fatto che abbiamo un po' la stessa voce, e su molte cose la pensiamo alla stessa maniera".

L'11 agosto 1978 'Soli' entra nella hit parade dei singoli al n.8. In classifica ci sono 'Ricominciamo' di Pappalardo, 'Balla' di Umberto Balsamo, 'Super superman' di Miguel Bosè e, ai primi due posti, 'Tu sei l'unica donna per me' di Alan Sorrenti e 'Gloria' di Umberto Tozzi. Lentamente ma inesorabilmente, 'Soli' scala la classifica, e dopo quasi due mesi (il 29 settembre) scavalca Sorrenti e Bosè ed occupa il n.1, dove resterà sino al 3 novembre. Nei mesi successivi, Cutugno scriverà altre canzoni per Celentano: tra queste, 'Innamorata, incavolata a vita', 'Un po' artista, un po' no' e un altro enorme successo: 'Il tempo se ne va', del 1980. Con tale brano, la collaborazione si conclude a causa del decollo della carriera solista di Cutugno, proprio quell'anno vincitore a Sanremo con 'Solo noi'.