

"Celentano
è un artista che tutto quello che fa, lo rende accessibile. Prisencolinensinanciusol
- pararà, papparara pararà
Era uno slang, non c'era
un testo. La potevano cantare tutti".
(Biagio Antonacci)
"Celentano dice cose totalmente insensate".
(Indro Montanelli)



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Canzone
tra le più emblematiche e geniali del "Molleggiato",
uscì alla fine del 1973, dopo l'ecologista 'L'unica chance', suscitando
un comprensibile scalpore.
Non si trattava, come molti hanno sostenuto, di un rap ante-litteram -
mancando il "parlato" che è alla base del rap: i fonemi
privi di significato ispirati alla musicalità di un inglese inventato
erano il suo modo di appropriarsi della parola-suono, a metà tra
lo stile 'scat' del vecchio jazz e il grammelot di Dario Fo.
Come se non bastasse il brano, basato su una nota sola, un Mi bemolle
(esperimento che richiamava 'Mondo in Mi 7' e 'Tre passi avanti'), poggiava
su una ritmica energica ed assolutamente anomala nel panorama italiano
dell'epoca, sulla quale i fiati ripetevano insistentemente un unico refrain
di dieci note: probabilmente un'idea mutuata dall'ascolto di gruppi come
Sly & Family Stone o i Tower of Power.
La canzone fece il suo ingresso nella top ten italiana il 16 febbraio
1974: i brani che andavano per la maggiore erano in quel periodo 'Alle
porte del sole' di Gigliola Cinquetti (a lungo n.1), 'La collina dei ciliegi'
di Battisti, 'Anima mia' dei Cugini di Campagna, 'Non gioco più'
di Mina, 'Soleado' dei Daniel Sentacruz. Persino la presenza dei Rolling
Stones era dovuta a un brano melodico ('Angie'). In questo clima, il martellante
4/4 di 'Prisen
' rappresentò un'eccezione fortunata e prolungata,
visto che rimase nelle prime dieci posizioni fino al 29 giugno - più
di quattro mesi. Discreto anche il comportamento all'estero: il singolo
andò al n.1 in Francia, Belgio e Olanda, salì non poco nelle
classifiche tedesche e riuscì persino ad entrare nella top 100
americana.
Le interpretazioni - spesso fantasiose - del significato del titolo e
del testo si sprecarono. Qualcuno avanzò l'ipotesi che si trattasse
di un acronimo, una frase le cui iniziali componevano la parola fatidica.
Altri facevano notare che su diverse edizioni del disco e sugli spartiti,
questa era scritta con le prime 6 lettere in maiuscolo, lasciando il resto
in minuscolo, e comunque sempre con parecchia attenzione agli accenti
('PRISENcolinènsinàinciùsol'), e cercò quindi
di scomporla, arrivando a ipotizzare un mosaico di lingue europee. Collaboratori
del cantante smontarono il tutto spiegando che quella di improvvisare
il testo in inglese maccheronico era semplicemente un'abitudine di Celentano
per lavorare sul brano prima di elaborare le liriche in italiano (abitudine
peraltro diffusa tra i cantanti italiani, vedi anche le schede della "Galleria"
relative alle canzoni di Raf). Alla fine del provino, Adriano sarebbe
rimasto soddisfatto del risultato, e avrebbe deciso di lasciare il tutto
così com'era. Salvo elaborare poi la spiegazione che segue, offerta
durante la trasmissione televisiva "Formula 2" (1973).
Ospite dello show della Rai, Celentano si presenta nelle vesti di insegnante
(con occhiali, spolverino e camicia grigia), intento a impartire la sua
lezione a una dozzina di allieve in minigonna sedute ai banchi (tra queste,
la moglie Claudia Mori). Quando un'alunna chiede spiegazioni sulla canzone,
il maestro risponde:
"Io ho capito che oggi nel mondo non ci capiamo più. Proprio
è difficile, non c'è dialogo ormai
E' rimasto solo
lo sguardo, un po' afflitto. E quindi ho ritenuto opportuno fare una canzone
sul tema, cioè sviluppando il tema dell'incomunicabilità...
Noi non comunichiamo, siamo Incom, come un vecchio telegiornale, che c'era
prima
Signorina, stia in piedi. Ho voluto sviluppare questo tema
lasciando come riferimento una sola parola, che vuol dire 'Amore universale'
Se voi dovete fare un gesto d'amore verso qualcuno - non c'è rimasto
più nessuno, ci sono solo io - basta che diciate Prisencolinensinainciusol
e tutto
Signorina, si sieda... Ed ora voglio sentire se siete preparate
su questa cosa
" Al che, parte la canzone e Celentano si scatena
cantando e ballando; il numero è completato da Claudia Mori che
si alza dal banco per un assolo vocale (vero) e, più tardi, uno
di armonica (finto).
Anni dopo, Celentano ha confermato l'intento della canzone nel libro "Il
paradiso è un cavallo bianco che non suda mai", affermando:
"E' un pezzo che rappresenta la situazione del mondo di oggi, nel
quale è difficile comunicare".
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