"Io sono nato libero. Mia madre era per la libertà assoluta. Avevo un fisico 'stortignato' dalla metà in giù ma molto forte, e l'ho trattato malissimo. Ma ho cercato di vivere una vita normale. Mi è andata bene".
(Pierangelo Bertoli)


1979, P.Bertoli - F.Urzino, Ed. Di Lazzaro

 


Pierangelo Bertoli

 

Brano della definitiva affermazione di Pierangelo Bertoli e sua canzone-manifesto (non di rado è quella che conclude i suoi concerti, col pubblico che canta in coro), trae la sua ispirazione da un problema personale e professionale.

La comparsa di un nuovo direttore artistico alla casa discografica Ascolto (Bertoli non fa nomi: nel libro accenna solo al fatto che proveniva dal settore pubblicitario) lo aveva messo in crisi.

Il cantautore di Sassuolo aveva inciso tre album: il primo era stato molto apprezzato dalla critica ('Eppure soffia', 1976) ma, come i successivi, non aveva ottenuto lo sperato riscontro di pubblico; il terzo, 'Al centro del fiume' (1978) era arrivato soltanto al n.35 in classifica. "Il tale mi chiama nel suo ufficio e mi spiega che il mio lessico è vecchio e tutto da rivedere. 'Se parli di carote devi dire carote, se parli di carciofi devi dire carciofi'. Io me ne vado a casa preoccupatissimo e passo diversi giorni di fortissimo disagio. Quando finalmente comincio a risollevarmi, mi capita di telefonare alla casa discografica, e malauguratamente risponde lui, che torna a ripetermi che il mio lessico è vecchio e devo cambiarlo. Di nuovo vado in crisi, ma all'improvviso durante la notte, nel mio letto, ho una reazione, mi alzo e scrivo 'A muso duro'". Sulla musica composta con il batterista Fabrizio Urzino, un testo che dichiara esplicitamente: "Adesso dovrei fare le canzoni con i dosaggi esatti degli esperti, magari poi vestirmi come un fesso, per fare il deficiente nei concerti". Nel libro "Bertoli" curato da Domenico Mangiardi (ed. Bastogi), il cantautore si concede il gusto della rivincita: "Pochi giorni dopo che ho fatto sentire la canzone ai miei discografici, il tale ha fatto le valigie. Sinceramente non credo che sia stato per causa mia, ma devo ammettere che un po' mi piace pensarlo…".