"Era il 1958. A Santa Margherita Ligure, al Covo di Nord-est, il patron del locale, tenendo al suo pubblico votato al ballo o al genere melodico, suggerì a Fred di proporre un repertorio tradizionale, che lasciava poco spazio alle canzoni scritte con Chiosso. Ma un sabato sera, da un tavolo sotto al palco si alzò un grido: 'Vogliamo Che bambola e Teresa non sparare!' Al tavolo c'erano Gianni Agnelli e i suoi amici".
(Dino Arrigotti)


1956, L.Chiosso-F. Buscaglione, Melodi



 

 

Il 28 gennaio 1956 uscirono i primi due 78 giri in assoluto di Fred Buscaglione: 'Che bambola' e 'Porfirio Villarosa', 'Teresa non sparare' e 'Che notte'. In realtà, 'Teresa non sparare' risaliva al 1954, e già da allora faceva parte del repertorio che Fred eseguiva dal vivo al Faro di Torino (non di rado con la complicità della moglie Fatima nella parte di Teresa).

"La incidemmo al Teatro Gobetti di via Verdi", ricorda Dino Arrigotti. "Si trattava di registrazioni effettuate in prima battuta, senza alcuna prova e soprattutto prive degli accorgimenti tecnici pur primordiali dell'epoca che consentivano di modulare le voci o di amplificare o di ridurre i suoni di certi strumenti. Quando Pino, il nostro tecnico di fiducia, ci faceva segno che risaltava troppo la tromba, Pachito non poteva far altro che accostare il suo strumento al muro per contenere il rimbombo. E se quello sgradito fenomeno acustico riguardava il pianoforte, l'unica arma che avevo era di buttarci sopra una coperta. E se poi non c'era la coperta, ci arrangiavamo con i cappotti", conclude il pianista.

Il testo era ispirato a una notizia di cronaca nera - una moglie gelosa che aveva sparato al marito scoperto con l'amante. Chiosso e Buscaglione l'avevano scritta seguendo il loro sistema abituale: abitavano a poca distanza l'uno dall'altro, in via Bava; i due balconi si fronteggiavano, e questo consentiva loro di consultarsi in ogni momento sulla composizione delle canzoni. I vicini di casa spesso li sentivano discutere dopo l'una di notte, in pigiama, appoggiati alle rispettive ringhiere - Chiosso ricorda distintamente la protesta di un condomino: "Allora, vi decidete o no a farla sparare questa benedetta Teresa?"
Il tocco di genio del paroliere fu quello di far partire il brano con un Fred in versione "strillone", che annunciava la notizia sulla prima pagina di tutti i giornali, quasi a rimarcare l'enormità di una simile notizia nella realtà provinciale dell'Italia anni '50: una casalinga italiana (dal quintessenziale, rassicurante nome di Teresa) che invece di subire l'infedeltà del marito lo affronta fucile alla mano come si immaginava facessero le emancipate americane. Ha spiegato Chiosso: "Leggendo i romanzi di Damon Runyon mi era venuta l'idea di creare il primo tipo di maschio frignone, la prima esposizione femminista di un personaggio maschile all'interno della storia della musica italiana. Mi ispirai in particolare al racconto di un duro che, portandosi dietro gli amici, di notte va a rompere le scatole a tutti. Fracassa vetrine, vive di violenza una serata intera… Poi dice: 'Ragazzi, andiamo su, svegliamo la dolce pupa Dolly e facciamoci fare un quintale di uova al bacon perché ho appetito'. Salgono le scale, ma la dolce pupa li butta giù tutti! Così nacque il falso duro, in fondo buono, che si fa abbindolare da quella piccola così…".
(da "Il grande Fred" di Maurizio Ternavasio, Lindau editore)

Secondo Ernesto De Pascale, che ha curato una eccellente raccolta di Buscaglione: "E' una sorta di reportage giornalistico dell'epoca con tanto di omissione di cognome, sottolineato da una semplice ed effettistica sonorizzazione. Quella che Fred descrive con le parole di Chiosso è una Italia che si incammina sulla strada del quotidiano, fischiettando, sfogliando il giornale, soffermandosi con stupore su una notiziola di cronaca nera - dimenticata dal redattore in chissà quale angolo ed amplificata dal bisogno popolare di identificarsi nell'altrui commedia quotidiana.
Proprio in questo testo si determina l'allontanamento dal linguaggio statunitense delle prime criminal songs. Qui il personaggio non si è reso colpevole di niente, avrà giusto sparato qualche balla con gli amici al bar - ma non con così tanta cattiveria da meritarsi di esser rincorso dalla vendicativa Teresa... Profezio, questo il nome del protagonista, è il buontempone da bar che nessuno smentisce ormai più, tanto è evidente la sua esagerazione". (dal sito: ilpopolodelblues.com)