"Il Fred di questo tipo di canzoni era un altro Fred. Era un uomo cambiato, ricco, ma che pure manifestava una maggiore tristezza".
(Gino Latilla)


1959, F.Buscaglione - L.Chiosso, Ed. Melodi




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Fred Buscaglione

 

Nel 1959, dopo la strepitosa sequenza di "criminalsongs" che lo aveva portato al successo, Buscaglione cominciò a guardare a nuovi generi.

Forse fu la sensazione di non poter insistere troppo a lungo sul personaggio del "duro", e l'urgenza di convincere la gente di aver parecchio da dare alla musica oltre alla versione italiana del "jump". Quindi, oltre a meditare sul nuovo genere che spopolava da tempo in America ('Five o' clock rock'), cominciò a comporre un sempre maggiore numero di quelle che il paroliere Leo Chiosso definisce "canzoni morbide, sweet music": 'Che bella cosa sei', 'Una sigaretta', e un maxi 45 giri intitolato 'Per una donna', costituito da 4 canzoni romantiche, intervallate da languidi dialoghi tra Fred e la moglie Fatima.

In questo modo un brano che nelle intenzioni iniziali era ispirato allo stile di Louis Armstrong, finì per diventare un classico estivo da pianobar alla Bruno Martino, rafforzando il fascino mondano della località ligure diventata il nuovo scenario delle gesta dell'ex "dritto di Chicago" (tanto che Buscaglione e Chiosso composero anche un seguito senza pretese: 'Troviamoci domani a Portofino').
Peraltro, 'Love in Portofino' fu effettivamente composta in Liguria, ma in tutt'altra località. "Eravamo a Paraggi, vicino a Santa Margherita, seduti sulla battigia. Ferdinando (Fred) voleva fare una canzone al violino, una cosa romantica che piacesse all'Avvocato Agnelli, che veniva spesso a sentirlo", ha raccontato Chiosso. Mi fece la melodia, ci pensammo un po' su, poi mi disse: cosa ne diresti se la intitolassimo I found my love in Portofino? "L'idea era buona, e allora ci alzammo e, in costume e con i piedi sporchi di sabbia, ci dirigemmo verso il Carillon, un locale che si affacciava su quella spiaggia. Entrando, chiedemmo se potevamo usare il pianoforte; il padrone all'inizio ci guardò un po' così, senza riconoscerci. Poi freddamente ci disse: 'Va bene, ma lavatevi i piedi prima di entrare'. Così' ci piazzammo alla tastiera e scrivemmo 'Love in Portofino', che poi si rivelò un successo incredibile, una canzone di respiro internazionale". (da "Il grande Fred" di Maurizio Ternavasio, edito da Lindau)

Il disco vendette 160.000 copie, e il suo successo fu ribadito dalla versione di Johnny Dorelli, meno rauca e più soffusa, da "crooner". Tuttavia, all'interno del clan di Buscaglione questa 'beguine' non fu mai molto amata, perché considerata troppo commerciale. "L'abbiamo sempre apprezzata meno di altre canzoni", ha ammesso Chiosso. "Non mi è mai piaciuta. E' uguale dal principio alla fine: tatatata tatatata…tatatata tatatata…", ha dichiarato Dino "Rigo" Arrigotti, pianista di degli Asternovas. Questa sorta di ritrosia costituì un vantaggio per Dorelli, che ne fece un cavallo da battaglia - tanto che molti ignorano che si tratta di un brano di Buscaglione. Ma col brano si sono cimentati anche Dalida, Paul Anka, il centravanti della Juventus John Charles (!) e recentemente il pianista jazz Stefano Bollani.