1942, G.Kramer-E.Frati, Ed. Melodi




Natalino Otto

Brano scritto da Gorni Kramer insieme ad Enrico Frati (autore di 'Gigolò', successo di Daniele Serra del 1929, e della nota 'Piemontesina'), si inserì nel filone delle cosiddette "canzoni dell'allegria", una delle cui funzioni era sollevare gli spiriti della nazione in guerra. Kramer, specialista negli accostamenti arditi (come il jazz-folk di 'Crapa pelada'), costruì un curioso contrasto tra il modernissimo ritmo swing e i paesaggi campagnoli descritti dal testo, nel quale tra l'altro comparivano interessanti arcaismi come: "Nel Calendimaggio ogni bimba attende il paggio che le canti un madrigal".

La cantarono Nella Colombo e Natalino Otto - secondo Paolo Limiti, però, Kramer scrisse la canzone (leggermente somigliante a 'Ba ba baciami piccina', di Morbelli e Astori) pensando a Lucia Mannucci, che nel 1942 non era ancora entrata a far parte del Quartetto Cetra, e cantava a Napoli con Natalino Otto. Kramer rimase colpito dalla sua voce e decise che per quella cantante avrebbe scritto una canzone particolare, con una ritmica straordinaria - quella del cavallo che andava avanti e portava la canzone a tempo di swing".

Kramer così ha descritto l'origine della canzone:
"Ero arrivato a Firenze partendo da Milano su uno di quei treni che, a causa della guerra e delle incursioni aeree, si sapeva quando partivano ma non se e quando sarebbero arrivati a destinazione. Infatti, improvvisamente apparvero gli aerei e 'picchiarono' sul treno. Erano le 6 del pomeriggio. Uno spezzone incendiario fermò la locomotiva. Mi ritrovai in piena campagna a 20 km da Firenze.

Con molto ottimismo mi avviai a piedi carico della mia vecchia fisarmonica più un'altra acquistata il giorno prima. Faceva caldo e pesavano come macigni. Mezz'ora dopo fortunatamente un calessino che andava verso la città mi caricò. Il cavallo era un morello sfuggito miracolosamente alle requisizioni. Dopo lo spettacolo al Teatro Verdi, invece di andare a dormire mi rifugiai in camerino a suonare. Sulla vecchia fisarmonica improvvisai delle note liete, piacevoli. Dopo un'ora era nata la canzone: mi alzai come liberato, avevo pagato il mio debito di gratitudine verso il morello. Purtroppo, ero tanto preso dal motivetto che non mi ero accorto che qualcuno era entrato nel camerino e si era portato via la fisarmonica nuova".