"Carlo Alberto Rossi, se fosse nato negli Stati Uniti anziché a Rimini, avrebbe avuto il successo di Cole Porter. Ha sprovincializzato la nostra 'canzonetta', conferendole una dignità musicale che ha rari riscontri nel mondo".
(Sergio Zavoli)



  1947, C.A.Rossi - G.Testoni, Ed. Melodi




Il mandolino

"Inizialmente, non credevo alle canzonette", ammette Carlo Alberto Rossi, autore di questo grande 'standard' degli anni '40. "Anche quando scrivevo qualche brano, non me ne sentivo fino in fondo l'autore. A Milano mi chiamavano 'lo studente', perché ero iscritto a Medicina. Poi, in Galleria del Corso conobbi Ladislao Sugar, editore che ricordo come una grande persona, leale. A lui affidai le mie prime canzoni, una ventina; poi divenni editore io stesso. Il panorama canoro del tempo offriva brani quali 'Campanaro della Val Padana'…. Io cercai una strada alternativa, scrivendo canzoni che si rifacessero a commedie americane. E tra queste c'era 'Amore baciami'... Era un valzer lento, nato un po' per caso. Lo avevo portato a Mascheroni, il quale lo ascoltò e disse: 'Non mi far perdere tempo e soldi in valzer lenti, che non li vuole nessuno. Adesso vanno gli slow, e tu li scrivi bene'. Al che risposi: 'Se i valzer lenti non vanno, è perché non c'è quello giusto'".
Evidentemente, 'Amore baciami' era "giusta": nei primi sei mesi del 1947, fruttò a Rossi 1 milione e 400 mila lire in diritti d'autore. "Sarebbero 600 milioni di lire del 2001... Tuttora 'Amore baciami' mi rende quasi 100 milioni all'anno", racconta. "Certo, il rovescio della medaglia non mancò: quel successo mi portò ad abbandonare gli studi di Medicina".
Fatta la musica, Gian Carlo Testoni ne scrisse il testo. "Per quanto mi riguarda", afferma Rossi, "la musica precede sempre le parole. Diversamente, ogni nota ne sarebbe condizionata. Quasi tutte le mie canzoni sono nate al pianoforte, e poi altri hanno trovato le parole adatte".
Completato il brano, bisognava individuare chi potesse suonarlo e cantarlo. "Subito pensai a Pippo Barzizza, uno dei migliori musicisti che allora lavoravano alla Rai. Ebbe una grande idea: usare cinque sassofoni, invece di tre, per creare un 'impasto'. Ed ebbe l'altra grande idea di farla cantare a Lidia Martorana. Quella registrazione circola ancora oggi". La Martorana, che presentò il brano al Carnevale del Mare di Rimini con l'orchestra di Barzizza, si rivelò l'ideale, con la sua voce sensuale, per un testo e un ritmo così languido - con la sua versione si sono poi confrontate altre 'primedonne' come Mina, Jula De Palma e Ornella Vanoni. Il brano conobbe un buon successo anche oltreoceano, dove venne inclusa nella colonna sonora del film 'The main attraction', affidata a Pat Boone, che lasciò il refrain in lingua originale. "Si dovette arrendere all'evidenza, che è questa: quando una canzone in lingua inglese si rivela un successo, hai due miliardi di persone che ti ascoltano e ti cantano senza problema. Se invece nasce in italiano, e vuoi cambiarne il testo in inglese per raggiungere pubblico in ogni angolo del mondo, la cosa diventa complicata: quasi sempre, una bella canzone italiana perde di fascino se non ti inventi un'adeguata forma in inglese. E Pat capì di dover cantare nella nostra lingua".